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I tumori primitivi e secondari del fegato e i tumori primitivi del pancreas sono in costante incremento in ordine all’incidenza, attestandosi in quarta e quinta posizione, rispettivamente, tra i big killer. Il migliore modo per vincere la sfida contro queste neoplasie aggressive è raggiungere una diagnosi precoce di ordine strumentale prima che clinica.

L’impiego dei mezzi di contrasto in ecografia ha favorito grandemente il raggiungimento di questo obiettivo. Sul piano terapeutico le possibilità di attuare la radioterapia interna intra-arteriosa epatica, sia nelle forme primitive che in quelle secondarie, costituisce un valore aggiunto determinante nel miglioramento della qualità di vita dei pazienti e anche della loro sopravvivenza in relazione alla combinazione con altre terapie quali chemioterapia generale, trattamenti loco-regionali e chirurgia.

L’approccio diagnostico e terapeutico all’adenocarcinoma pancreatico rappresenta ancora oggi una sfida assolutamente temibile a causa dei risultati  poco incoraggianti. Anche per questa neoplasia la mossa vincente risiede nella diagnosi precoce e nella combinazione di più tecniche terapeutiche. In modo particolare si vuole dare rilievo alla emergenza di chemioterapia loco-regionale pancreatica capace di trattare casi non proponibili per la chirurgia, casi che sottoposti a tecniche fisiche innovative, come ad esempio l’elettroporazione reversibile, possono raggiungere sopravvivenze inaspettate.

Dall’impiego di queste tecniche combinate in sinergia ci si attende un aumento del numero dei tumori non resecabili in resecabili. Il confronto multispecialistico nei focus consentirà di disegnare protocolli operativi di immediata applicazione nei centri specialistici coinvolti.