Nasce in Puglia, a Lecce, il primo reparto psichiatrico per detenuti
Nella Presidenza della Regione Puglia è stato siglato il Protocollo Operativo per l'attivazione del reparto psichiatrico della casa Circondariale di Lecce, il primo in Puglia e tra i più grandi d'Italia.
Sarà il primo e unico reparto del genere in Puglia. 20 posti letto dedicati alla persone ristrette in carcere. La Asl di Lecce scelta per la sperimentazione. Sarà il primo e unico reparto del genere in Puglia, e uno dei più grandi in Italia, dedicato alle persone ristrette in carcere, quindi private della libertà ma non del diritto alla salute, oltre ad essere anche un modello avanzato di collaborazione tra Azienda sanitaria, Ente regionale e Amministrazione penitenziaria.
In Presidenza, a Bari, è stato sottoscritto un protocollo operativo per l'attivazione della Sezione Intramuraria per la Tutela della Salute Mentale della Casa Circondariale di Lecce, il primo reparto cioè di Psichiatria, all'interno di un carcere, con ben 20 posti letto. Il protocollo è stato sottoscritto dal Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, dal direttore generale della Asl Lecce Silvana Melli, dal direttore della Casa circondariale di Lecce Rita Russo e dal direttore del Dipartimento Salute Mentale della Asl di Lecce, Serafino De Giorgi.
"Sono contento di poter annunciare la sottoscrizione di questo accordo tra Asl di Lecce e amministrazione penitenziaria – ha detto il presidente Emiliano al termine della conferenza stampa - perché è un ulteriore tassello che la Regione mette nella gestione della sanità di coloro che vivono in carcere, con particolare attenzione verso quelli che soffrono di turbe psichiatriche manifestate prima o dopo la carcerazione. La nostra regione ha fatto uno sforzo enorme con l'apertura di due Rems. Ma ciò che ha fatto la Asl di Lecce in questi giorni è notevole perché attivare un reparto di psichiatria significa poter aiutare l'amministrazione penitenziaria ad intervenire quando il disagio si manifesta. La Regione Puglia ha fortemente creduto in questa sperimentazione e crediamo che la Asl di Lecce possa diventare un'eccellenza, proprio grazie all'esperienza già accumulata in questo settore, nella relazione tra Asl, carcere e territorio".
"La Carta dei servizi sanitari della Casa circondariale di Lecce, che abbiamo presentato anche questa mattina, ne è una riprova – ha concluso Emiliano - definendo diritti e doveri del detenuto, garantendone anche il benessere psico fisico. La Carta prevede un vero e proprio poliambulatorio all'interno del carcere con servizi sanitari, ambulatori, radiologici e persino un accenno di telemedicina".
"La nostra Regione - ha detto il direttore del Dipartimento regionale Politiche della salute Giancarlo Ruscitti - ha aperto due Rems che sono due luoghi in cui poter collocare persone che una volta sarebbero finite all'ospedale psichiatrico giudiziario, e che invece oggi hanno una chance maggiore di riabilitazione e di poter tornare nei limiti a una vita normale. Ma mancava una parte che riguarda l'inizio del disagio, l'identificazione del disagio, la diagnosi, il trattamento che non sempre ha bisogno di una residenzialità. Purtroppo il numero di persone con disagio psichiatrico è in incremento, anche perché legato a tutto ciò che succede nelle carceri. C'è un numero di suicidi crescente all'interno della popolazione carceraria che è profondamente cambiata in questi anni. Quello che stiamo facendo a Lecce con l'amministrazione penitenziaria è un tentativo anche di migliorare il trattamento di queste persone che oggi finalmente trovano una risposta all'interno della situazione detentiva in cui sono collocati".
"La Asl di Lecce è stata scelta – ha sottolineato il direttore generale Silvana Melli - come prima sperimentazione di un reparto psichiatrico per quei soggetti che erano ricoverati in OPG, quindi questo è il superamento degli ospedali psichiatri giudiziari. Questa sperimentazione è scaturita da un lavoro molto accurato che è stato fatto dal Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria insieme alla Regione e alla Asl con la direzione del dipartimento salute mentale. Il reparto – ha concluso la Melli - sarà attivato il 18 settembre prossimo".
"Siamo unici, come Regione Puglia, ad aver completato tutta la filiera assistenziale per i detenuti, soggetti autori di reato con patologia mentale – ha detto il direttore Dipartimento di Salute mentale Serafino De Giorgi - la sezione ha senso se è integrata con il territorio e con l'ospedale, ed è integrata. Il Dipartimento di salute mentale garantisce la continuità del trattamento, che è un po' la mission del Dipartimento rispetto ai dettati della conferenza unificata Stato Regione. Vorrei sottolineare che la sezione di psichiatria – ha concluso De Giorgi - è fuori dalle sezioni detentive ma è dentro il carcere. Le esigenze di salute devono andare di pari passo con le esigenze custodiali. In questo senso noi rispettiamo il mandato dell'attività giudiziaria che ci chiede di contemperare le esigenze di cura con le esigenze di controllo".
"E' un'idea davvero valida" per la direttrice della Casa circondariale di Lecce Rita Russo, l'apertura di questa sezione di psichiatria che servirà ad ospitare i detenuti con acuzie per le malattie psichiatriche. "Avranno un'equipe dedicata che si occupa solo della loro patologia. Penso che anche questa sia un'idea utile soprattutto perchè consente a queste persone di migliorare la qualità della loro vita".
La Casa circondariale di Lecce contiene attualmente 970 detenuti. Attualmente si sta aprendo una sezione attenuata a Monteroni per altri 60 posti letto. Infine è in programma un ulteriore padiglione con altri 200 posti letto.
Nel corso della conferenza stampa è stato presentata anche, a completamento dell'offerta sanitaria, la Carta dei servizi sanitari realizzata da ASL Lecce e Amministrazione Carceraria. Un ulteriore strumento per la tutela della salute dei detenuti che attraverso la Carta, potranno conoscere, non solo tutte le prestazioni e i servizi offerti, ma anche i propri diritti e i propri doveri. (s.n.)
Brevi note sul Protocollo operativo
Il Protocollo Operativo disegna il perimetro in cui è chiamato ad operare il personale sanitario, sia riguardo alle procedure assistenziali sia rispetto alla gestione e alla sicurezza della sezione stessa. La sezione infatti è un vero e proprio “reparto ospedaliero” dotato di 20 posti letto, con 2 camere singole e 18 camere doppie, locali idonei allo svolgimento delle attività sanitarie, di quelle tecnico-amministrative di supporto e delle attività di socializzazione. La sezione è ospitata al primo piano dello stabile un tempo destinato ai “semiliberi”, mentre al piano terra sono sistemati due studi medici, ricavati là dove si svolgevano i colloqui con magistrati e avvocati.
L’accoglienza e la presa in carico delle persone affette da disturbi psichiatrici rappresenta da un lato il superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari, dall’altro la capacità della sanità pubblica di estendere il proprio campo d’azione oltre i canonici luoghi della salute. La sezione leccese, del resto, può accogliere – grazie alle modalità e ai criteri regolati dal protocollo - i pazienti psichiatrici provenienti da tutti gli Istituti Penitenziari pugliesi, ai quali mette a disposizione procedure diagnostico-cliniche e progetti terapeutici per ogni singolo paziente.
La dotazione di personale consente che l’attività sanitaria si svolga in maniera efficace ed efficiente. Quattro medici psichiatrici assicurano per sei giorni la settimana una copertura in turnazione di 12 ore; un dirigente psicologo è presente per sei giorni la settimana nella fascia oraria mattutina e pomeridiana, a seconda delle esigenze; un tecnico della riabilitazione psichiatrica assicura le sue prestazioni in base alle necessità dettate dal progetto terapeutico; il personale infermieristico e di assistenza conta su 12 infermieri e 5 operatori socio-sanitari, presenti in turnazione 24 ore su 24. Inoltre, alle attività sanitarie partecipano altre figure professionali, anche se non in modo esclusivo, come i medici di continuità assistenziale che assicurano la copertura quotidiana dei turni notturni, prefestivi e festivi, oppure i medici specialisti convenzionati interni, che garantiscono consulenze mediche e continuità dei programmi sanitari.
Cifre del disagio mentale tra i detenuti
Fondamentale è la fase di gestione delle emergenze-urgenze psichiatriche, che vanno dai trattamenti sanitari obbligatori alla contenzione fisica, dall’aggressività e violenza alle condotte autolesive e ai tentativi di suicidio. Una condizione di estrema fragilità che le statistiche rendono evidente. Secondo la Società Italiana di Medicina e Salute Penitenziaria, infatti, più di 42 mila detenuti italiani – circa il 77% degli oltre 54 mila totali – convivono con un disagio mentale: dai disturbi della personalità alla depressione, fino alla psicosi. Problemi gravi che possono portare a conseguenze estreme, come i circa 7mila episodi di autolesionismo registrati ogni anno nelle carceri italiane, o i 43 casi di suicidio e gli oltre 900 tentativi nel solo 2014.
Un fenomeno complesso, quest’ultimo, che a Lecce viene contrastato con un protocollo specifico - siglato nel marzo scorso tra ASL e Direzione della Casa Circondariale - finalizzato a prevenire e gestire proprio il rischio suicidario. La dimensione suicidaria viene affrontata in tutta la sua complessità, per la natura stessa di un evento che può essere determinato da diverse cause e fattori: biologici, psicologici, sociali e culturali. Una “costellazione di variabili”, compreso il disturbo psichico, che possono combinarsi nel tempo e avere effetti devastanti che, invece, vanno ridotti e neutralizzati. Il suicidio, secondo i dati dell’OMS, è un fenomeno che riguarda ogni anno un milione di persone nel mondo e ha una marcata incidenza tra i detenuti. Tra di essi, infatti, circa il 50 per cento ha un disturbo della personalità, il 10 un disturbo psichiatrico importante, il 30 soffre di disturbo da abuso di sostanze. Perciò viene curata in modo particolare la formazione del personale, così come l’impiego di nuovi strumenti, a cominciare dallo screening diagnostico riguardante sia i cosiddetti “nuovi giunti” sia, retrospettivamente, la popolazione carceraria già presente e formata da detenuti in attesa di giudizio e condannati. Il suicidio, secondo i dati dell’OMS, è un fenomeno che riguarda ogni anno un milione di persone nel mondo e ha una marcata incidenza tra i detenuti. Tra di essi, infatti, circa il 50 per cento ha un disturbo della personalità, il 10 un disturbo psichiatrico importante, il 30 soffre di disturbo da abuso di sostanze.
Quanto sia delicato questo terreno, lo certificano le cifre dell’Istituto Superiore di Studi penitenziari, da cui emerge che il tasso dei tentativi di suicidio, rispetto alla popolazione generale, è più alto di 6 volte nei detenuti condannati e di 7,5 in quelli in attesa di giudizio. Ora grazie al nuovo Protocollo Operativo, la Sezione Psichiatrica potrà realizzare concretamente una rete assistenziale specialistica psichiatrica.
Con l’attivazione della Sezione Intramuraria per la Tutela della Salute Mentale per le persone ristrette presso la Casa Circondariale di Lecce, la ASL completa infatti la “filiera assistenziale” disponibile per questa specifica tipologia di utenza, un vero e proprio PDTA (Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale), secondo il modello promosso dalla Conferenza Unificata Stato-Regioni, probabilmente unico nella realtà nazionale.
Infatti, alla Sezione sono collegate:
- Equipe di Psichiatria Penitenziaria (2 Psichiatri e 4 Infermieri Professionali) che svolge la sua attività all’interno delle sezioni detentive. Gli obiettivi di salute mentale e la “mission” dell'U.O. di Psichiatria Penitenziaria del DSM della ASL di Lecce sono articolati sulle seguenti direttrici/azioni:
- attivazione di un sistema di sorveglianza epidemiologica
- interventi di individuazione precoce dei disturbi mentali
- formazione ed aggiornamento degli operatori
- cura e riabilitazione dei soggetti interessati, attraverso la presa in carico con programmi terapeutici-riabilitativi personalizzati e attivazione della rete socio-sanitaria allo scopo di garantire la continuità degli interventi
- prevenzione del rischio suicidario attraverso procedure specifiche di screening e trattamento
- attivazione di protocolli di collaborazione tra area sanitaria e area trattamentale.
Dalla sua attivazione (2008) sino al 1 settembre 2015 il servizio di psichiatria penitenziaria ha svolto la propria attività ambulatoriale tutti i giorni feriali dal lunedì al venerdì per 6 ore al giorno; successivamente, grazie ad interventi dedicati della Regione Puglia, la dotazione di personale è stata incrementata, così da poter rispondere in maniera più appropriata alle aumentate necessità cliniche e alle maggiori richieste provenienti sia dalla Direzione della Casa Circondariale sia dal Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria (Direzione nazionale).
Organizzazione: Presenza oraria degli operatori (H-12 nei giorni feriali e H-6 nella giornata del sabato).
Nel 2015 sono stati trattati nr. 335 detenuti, per un totale di nr. 2624 prestazioni di cui:
- visite psichiatriche = 1560
- colloqui psicologici = 1064
- Equipe di Psichiatria Giudiziaria Territoriale, ex DGR n. 1496 del 25 giugno 2015 (1 Psichiatra, 1 Tecnico della Riabilitazione Psichiatrica, 1 Assistente Sociale), attivata con i finanziamenti dedicati che la Regione Puglia ha messo a disposizione della ASL Lecce. L’Equipe è dedicata alla presa in carico dei pazienti psichiatrici autori di reato ed anche alla implementazione di percorsi terapeutico-riabilitativi da sviluppare sul territorio di competenza. Questa Equipe avrà la competenza su
- persone destinatarie di misura di sicurezza detentiva ed inseriti presso le REMS (Residenze per la Esecuzione delle Misure di Sicurezza);
- persone destinatarie di misura di sicurezza non detentiva ed inserite presso le CRAP (Comunità Terapeutico-Riabilitative Psichiatriche) dedicate;
- gestione e monitoraggio delle Persone ancora internate in Ospedale Psichiatrico Giudiziario;
- gestione e monitoraggio ambulatoriale e residenziale delle Persone con problemi psichiatrici, autori di reato, non soggette a misure di sicurezza.
Brevi note sulla Carta dei Servizi
In aggiunta e a completamento dell’offerta sanitaria, ASL Lecce e Amministrazione Carceraria hanno realizzato la Carta dei servizi sanitari. Con questo ulteriore strumento informativo, viene reso possibile il dialogo tra il detenuto/a e il personale sanitario del Presidio sanitario territoriale, con l’obiettivo di incentivare un rapporto di fiducia, correttezza e sincerità. Esattamente come avviene tra medico e paziente in una qualsiasi struttura sanitaria. Assume perciò una particolare rilevanza la figura del medico del carcere, che oltre a prendersi cura della salute dei detenuti/e, si occupa anche della redazione di relazioni sanitarie che interessano la Direzione del carcere, i Magistrati ecc. Il medico, inoltre, partecipa anche al consiglio di disciplina per quanto di sua competenza.
La Carta dei Servizi ha una doppia e fondamentale funzione, essendo mezzo di informazione da un lato e strumento di tutela dall’altro. Essa informa gli utenti della struttura in merito alle prestazioni sanitarie fornite; indica ruoli e competenze delle figure professionali coinvolte; comunica orari e modalità di accesso alle prestazioni; declina le regole di comportamento necessarie.
La Carta dei servizi viene consegnata ad ogni detenuto/a al momento del suo ingresso in struttura e viene affissa nella bacheca di ogni sezione detentiva. I familiari dei detenuti/e hanno diritto di riceverne una copia. È strumento utile per gli operatori della struttura, per i servizi esterni di riferimento (Aziende ASL.), per le Associazioni di volontariato che collaborano con la struttura.
Nella Carta sono particolarmente evidenziati i fattori qualità. Requisiti, indicatori e standard che permettono ad ogni detenuto di ottenere informazioni in modo chiaro e facilmente, di essere ben informati su prestazioni diagnostiche e trattamenti sanitari forniti, di poter prenotare con procedure semplici e rapide, di ottenere referti chiari e poter partecipare a incontri di educazione sanitaria.
Tra i servizi offerti, oltre all’assistenza psichiatrica, somministrazione di farmaci, continuità assistenziale, visite mediche programmate e d’urgenza, visite specialistiche, esami diagnostici, trattamento tossicodipendenza e alcooldipendenza, certificazioni mediche, idoneità lavorativa, educazione sanitaria e prevenzione. Per la tutela della salute delle detenute è previsto un percorso specifico di prevenzione (con incontri di promozione della salute), diagnosi precoce (Screening senologico per la diagnosi del tumore alla mammella, in età compresa tra 25 e 69 anni; esame cervice uterina) e cura, segnatamente per patologie femminili, assistenza ginecologia, test di gravidanza o interruzione volontaria di gravidanza.
La Carta dei Servizi, insomma, è un agile vademecum comprendente diritti e doveri. Anche un Codice Etico nel quale vengono enucleati i principi fondamentali posti a presidio dei servizi sanitari e a garanzia dei pazienti-detenuti: eguaglianza, imparzialità, umanizzazione, continuità, partecipazione, diritto di scelta, riservatezza e gratuità.
Tutto ciò è stato reso possibile grazie all’impegno strategico e programmatico della Direzione Generale ASL Lecce (Dr.ssa Silvana Melli), della Direzione del Dipartimento di Salute Mentale (Dott. Serafino De Giorgi) e dei Dirigenti e Collaboratori dell’Area Gestione del Personale, che hanno promosso e portato a termine le procedure concorsuali per le assunzioni del personale necessario alla attivazione delle Unità sopra indicate, unitamente al potenziamento delle altre Unità Operative del Dipartimento di Salute Mentale. Dopo anni di blocco, sono stati assunti 15 Medici Specialisti in Psichiatria, già assegnati ai Centri di Salute Mentale ed ai Servizi Psichiatrici Ospedalieri del territorio della ASL Lecce. (COM)
Inserito da :
Redazione regionale PugliaSalute
Data di pubblicazione:
19/07/2017
Ultimo aggiornamento:
19/07/2017
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