PugliaSalute

L’ospedale pediatrico Giovanni XXIII di Bari è un centro di riferimento regionale per lo screening ecografico di secondo livello ed è l'unico centro dove viene effettuate il trattamento completo della displasia congenita dell’anca.

In Puglia 3 persone su 1000 nascono con questa patologia, un’incidenza più alta rispetto al resto d’Italia. 
Bambini e bambine con displasia dell’anca hanno uno sviluppo anomalo dell'articolazione dell'anca che può portare la testa del femore a spostarsi dalla posizione in cui si trova normalmente con conseguenze che possono portare alla disabilità.

Con un intervento tempestivo e un'ecografia di controllo si possono evitare zoppia, artrosi in età adulta o la necessità di sostituire la parte malata con una protesi. Le migliori possibilità di guarigione si hanno se si interviene entro le prime 6 settimane di vita.

Nei casi più lievi la cura è più semplice e dà ottimi risultati. Si impiega un divaricatore che è una sorta di imbragatura, simile a quella per andare in montagna, con due supporti per le cosce che tengono le gambe leggermente distanziate e flesse. Questo strumento serve per ripristinare la giusta posizione della testa del femore nell'acetabolo e garantire lo sviluppo corretto dell'articolazione.

Nei casi più gravi c'è la necessità di realizzare un apparecchio gessato preceduto a volte da alcuni giorni di trazione degli arti a letto. Il controllo del corretto posizionamento della testa del femore viene effettuato con una risonanza magnetica. Nel caso il femore non sia tornato nella giusta posizione, possono essere necessari degli interventi chirurgici. 

 
Nel 2022 nell’unità operativa di ortopedia e traumatologia pediatrica del Giovanni XXIII sono stati eseguiti 19 interventi di riduzione di lussazione congenita dell’anca.

Approfondisci su Policlinico di Bari 

Fonte: Portale Regione Puglia