Ambiente e Salute in provincia di Lecce: presentato il Report

Emiliano: "decarbonizzazione è impegno comune"

“Dobbiamo inserire dentro la decisione politica l’approccio scientifico e prendere le decisioni non in base a una presunta convenienza economica ma in base a studi rigorosi e approfonditi come questo che stiamo presentando oggi. Uno studio che ci restituisce, con un po’ di preoccupazione, alcuni dati da esaminare con cautela, soprattutto per quanto riguarda la percentuale dei tumori connessi all’inquinamento ambientale (polmone e vescica) che, in determinate aree, è sopra la media nazionale, e anche regionale. Apparentemente non ci sono cause di inquinamento ambientale in quelle zone anche se non è da escludere, anzi c’è il fondato sospetto, che siano stati proprio i residui dei fumi dei due impianti a carbone più grandi d’Europa che sorgono in Puglia (Ilva e centrale Enel di Cerano) a raggiungere quelle particolari aree”.

Così si è espresso il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano alla presentazione del report “Ambiente e salute in provincia di Lecce” promosso dalla REPol, la rete di prevenzione oncologica leccese, nata all’indomani della estensione alle province di Brindisi e Lecce delle attività del Centro salute e Ambiente di Taranto e già trasformata in Centro salute e Ambiente di Lecce. 

Il percorso che ha portato alla pubblicazione di questo Report parte dal 2013, anno in cui è nata RePOL, come tavolo inter-istituzionale per una azione coordinata e integrata in tema di salute e ambiente tra Asl Lecce, Arpa Puglia, Provincia e Comune di Lecce, Inail, Regione Puglia, Università del Salento e Cnr.

L’iniziativa trae spunto dalle evidenze segnalate dal Registro Tumori di Lecce che per gli anni 2003-2007 ha mostrato una elevata incidenza nei maschi dei tumori polmonari, della vescica e della prostata mentre per le donne  sono stati registrati valori superiori all’atteso per le leucemie e i tumori dello stomaco, dell’utero e del colon-retto. Tassi di mortalità superiori ai valori attesi si registrano anche per malattie non oncologiche quali le malattie dell’apparato respiratorio, il diabete, la patologia influenzale e del sistema nervoso, oltre che per le patologie a carico dell’apparato genito-urinario in particolare nel sesso femminile.

L’obiettivo strategico di RePOL è quello di programmare ed eseguire adeguati studi epidemiologici per creare una mappa del rischio del territorio, integrando i contributi e le esperienze maturate dagli enti partecipanti all’iniziativa, attraverso uno sistematico scambio di informazioni. Nel 2013 sono stati costituiti 6 tavoli di lavoro: studi epidemiologici, oncologia professionale, rischio oncologico ambientale, esposizione ambientali a radiazioni ionizzanti e non ionizzanti, rischio oncologico (stili di vita e alimentazione), comunicazione conoscenza e trasparenza della rete RePOL. I  lavori avviati dai gruppi di lavoro sono la base per la redazione del primo “Rapporto Salute e Ambiente in provincia di Lecce” che rappresenta anche il punto di partenza del CSA Lecce.

Il Rapporto riporta i risultati dei principali studi di monitoraggio eseguiti sulle diverse matrici ambientali, integrandoli con le informazioni epidemiologiche e sugli stili di vita della popolazione residente con l’obiettivo di comprendere se le attuali conoscenze sono adeguate a fornire informazioni utili a valutare le potenziali influenze dei fattori ambientali sullo stato di salute della popolazione, nonché per identificare possibili ambiti di approfondimento in settori d’indagine o territorio specifici, alla luce delle evidenze scientifiche.

ACQUE

Mentre tutte le 139 acque di balneazione sono risultate in classe di qualità “eccellente” e batteriologicamente “incontaminate”, le caratteristiche territoriali rendono concreto il rischio di infiltrazione nella falda superficiale e nella falda profonda di inquinanti provenienti da molteplici fonti e dall’uso di prodotti fitosanitari in agricoltura. Dalla valutazione del Piano di Gestione Acque del Distretto Idrografico dell’Appenino Meridionale è emerso, infatti, che la gran parte dei corpi idrici del Salento sono considerati a rischio, hanno cioè un rischio potenziale che deve essere  confermato solo a seguito di monitoraggi mirati e regolari nel tempo.  La Regione Puglia ha progettato una nuova rete regionale di monitoraggio dei corpi idrici sotterranei, denominata “Rete Maggiore” che tiene conto delle più recenti normative e di documenti elaborati da Cnr/Irsa.

SUOLO

In Puglia le superfici agricole utilizzate occupano oltre l’80 per cento del territorio regionale mentre le cave autorizzate al 2013 sono 399, di cui 98 in Provincia di Lecce. La Regione Puglia ha predisposto una “Anagrafe regionale dei siti da bonificare” e ha inserito 416 siti a reale potenziale contaminazione: di questi 79 si trovano in Salento e nella maggior parte dei casi di tratta di discariche di rifiuti solidi urbani. Per garantire un puntuale controllo del territorio la Regione Puglia ha siglato un accordo quadro siglato con enti e forze dell’Ordine al fine di sostenere le attività di monitoraggio e  individuazione delle principali fonti di inquinamento.

ARIA

Il Salento leccese, oltre ad avere insediamenti produttivi non privi di impatto ambientale, è collocato a Sud delle grani aree industriali di Brindisi e Taranto: la direzione dei venti dominanti e studi scientifici segnalano un possibile impatto sulla salute della popolazione. La centrale Enel di Cerano e l’Ilva di Taranto, infatti, bruciano enormi quantità di carbone: lo stesso carbone e i combustibili fossili sono i principali responsabili dell’emissione di PM10, PM 2.5 e CO2 in atmosfera. Lo studio ESPACE  e le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità dimostrano una relazione tra l’aumento di PM10 e 2.5 e incidenza di tumori polmonare, riscontrando effetti patologici (specie per le malattie cardio-respiratorie) già a concentrazioni inferiori rispetto alle medie annuali accertate dalla normativa in vigore.

AGENTI FISICI

RADON: L’attuale stato della conoscenza mostra per il Salento livelli di radioattività naturale superiori a quelli regionali. Sono in corso diversi progetti di interventi e di studio.

CAMPI ELETTROMAGNETI A BASSA FREQUENZA: Gli studi effettuati non mostrano livelli superiori a quelli consentiti.  

“La presentazione di questo Rapporto nasce dalla consapevolezza che comunicare è un dovere e conoscere è un diritto. Questo documento è per noi un fondamentale punto di partenza e insieme uno strumento prezioso di analisi per intervenire nei settori e nei casi che necessitano di maggiore tutela – ha detto Giovanni Gorgoni, Direttore del Dipartimento della Salute della Regione Puglia – i dati hanno bisogno di un aggiornamento costante, vanno confrontati e utilizzati come strumento di individuazione delle aree critiche. Oggi testimoniamo l’attenzione che la Regione ha riposto sul tema Ambiente e Salute, ma ci assumiamo anche l’impegno di sostenere con forza le iniziative di monitoraggio e intervento in collaborazione con tutte le atre istituzioni ed enti impegnati nei diversi ambiti di approfondimento”.  

Inserito da :

Redazione regionale PugliaSalute

Data di pubblicazione:

16/02/2016

Ultimo aggiornamento:

16/02/2016