Epatite C

L’epatite C è una malattia infettiva del fegato causata dal virus HCV, acronimo inglese che sta per Hepatitis C virus, ovvero virus dell’epatite C. Per l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) la maggior parte dei decessi per epatiti sono riconducibili all’HCV, nonostante esistano nuovi farmaci antivirali in grado di garantire la guarigione dalla malattia. 

Il problema è quello della identificazione precoce dell’infezione, spesso diagnosticata in fase avanzata. 

Il virus, infatti, non causa sempre sintomi, rendendo di fatto invisibile la malattia e provocando piccoli danni che nel tempo portano a cirrosi o cancro del fegato. Individuare precocemente l’infezione è quindi fondamentale ai fini della cura e della sua guarigione.

 

Screening per l'individuazione del virus HCV

La Regione Puglia ha previsto di attivare un programma di screening gratuito per l’HCV rivolto alla popolazione maggiormente a rischio, con l'obiettivo di:
  • rilevare le infezioni da virus dell’epatite C (HCV) ancora non diagnosticate
  • aumentare la possibilità di diagnosi precoce
  • garantire la possibilità di un trattamento farmacologico precoce, altamente efficace e finalizzato ad evitare le complicanze di una malattia epatica avanzata e/o le conseguenze delle manifestazioni extraepatiche, assicurando anche l’eliminazione del virus in oltre il 95% dei soggetti trattati
  • ridurre la circolazione del virus impedendo nuove infezioni e contribuire al raggiungimento dell’obiettivo fissato dall’OMS, che intende eliminare l’epatite C entro il 2030.

 

A chi è rivolto lo screening

Alcuni studi hanno evidenziato come l’età media di due terzi degli asintomatici sia 46 anni. Inoltre, dato che l’HCV si trasmette anche attraverso il sangue, spesso l'infezione avviene tra i soggetti che fanno uso di droghe endovenose.
 
La modalità di trasmissione dell’infezione da HCV è principalmente quella per via parenterale attraverso condivisione di aghi, punture accidentali con attrezzature medico-chirurgiche infette o non adeguatamente sterilizzate, piercing o tatuaggi effettuati con strumenti non sterili e oggetti di uso comune (ad esempio, spazzolini, forbici, rasoi, spazzole da bagno) contaminati da sangue di persone infette.
 
Il rischio di trasmissione in seguito a trasfusioni di sangue ed emoderivati contaminati con HCV è ormai notevolmente ridotto in Italia e nei paesi sviluppati perché è stato introdotto, in maniera routinaria, il controllo delle donazioni di sangue, attraverso il test per la ricerca degli anticorpi anti-HCV.
 
Sono stati documentati anche casi di contagio per via sessuale, ma questa via sembra essere molto meno frequente rispetto a quanto osservato per l’epatite virale B. L’infezione si può trasmettere per via verticale da madre a figlio in meno del 5% dei casi.
Sulla base di queste evidenze sono state individuate tre diverse platee di persone:
  • nate tra il 1969 e il 1989, inclusi gli stranieri temporaneamente presenti (STP)
  • in carico ai Servizi pubblici per le dipendenze (SerD), indipendentemente dalla nazionalità e dall’anno di nascita
  • detenute in carcere, indipendentemente dalla nazionalità e dall’anno di nascita

Il programma di screening prevede percorsi su misura per ciascuna delle tre platee, con l’adesione che avviene tramite un test di screening per la rilevazione dell’HCV (prelievo ematico o test rapido capillare o salivare).

L’adesione è volontaria, gratuita e non è necessaria ricetta medica.
 

Come si cura

In caso di esito positivo al test di screening, la persona viene informata dall’operatore sanitario del punto di erogazione del test e contattata dal Centro specialistico per eseguire il test di conferma e l’eventuale presa in carico e la definizione del percorso terapeutico.
 
Per il trattamento delle infezioni da HCV, sono disponibili farmaci antivirali ad azione diretta (Direct-Acting Antiviral, DAAs) che hanno rivoluzionato l'approccio terapeutico per questa malattia. Sono altamente efficaci e con tassi di guarigione superiori al 95%. Agiscono direttamente sul virus dell'epatite C, inibendo le sue proteine essenziali per la replicazione virale. Vengono prescritti in combinazione per un periodo di trattamento variabile a seconda del genotipo del virus e delle caratteristiche individuali del soggetto.
 
Gli antivirali sono generalmente ben tollerati, gli effetti collaterali sono pochi. Tra i più comuni, affaticamento, mal di testa e disturbi gastrointestinali lievi. È importante segnalare al medico eventuali sintomi indesiderati o interazioni farmacologiche con altri farmaci in uso.
 
La maggior parte dei trattamenti dura da 8 a 12 settimane. In alcuni casi può essere necessario prolungare le cure fino a 24 settimane. Dopo la fine del trattamento, si monitora la carica virale nel sangue fino ad accertamento della guarigione.

Normativa

» Deliberazione della Giunta Regionale n. 971 del 10 luglio 2023
DGR 17/2023 - Decreto del Ministero della Salute 14 maggio 2021 - Esecuzione dello screening nazionale per l’eliminazione dell’Epatite C (HCV) - Piano operativo regionale – Aggiornamento – APPROVAZIONE Download