IL CICLO
DELLA VIOLENZA
Per meglio comprendere perchè una donna che subisce violenza, maltrattamenti, abusi dal proprio compagno fatichi ad interrompere la relazione facciamo riferimento alla teoria del ciclo della violenza della psicologa Lenore Walker
Prima fase: l'accumulo della tensione
È il momento della violenza psicologica, il partner è aggressivo, insulta, mortifica, offende la donna che cerca di calmare l'uomo ed evitare le violenze. Si innesca un'escalation della violenza in quanto ogni tentativo della vittima di attenuare l'aggessività del compagno, finisce con l'irritare ulteriormente e immotivatamente l'aggressore che accresce la sua rabbia. Lei si chiede in cosa stia sbagliando, ha una percezione della realtà distorta, è confusa, cerca di accontentare il suo aggressore evitando di contraddirlo e assecondando ogni sua decisione. Lui si allontana emozionalmente da lei e lei ha paura di essere abbandonata. La violenza psicologica tipica della prima fase del ciclo della violenza contribuisce alla riduzione del livello di autostima e delle sicurezze della donna e dalla creazione di sentimenti di vulnerabilità e di sensi di colpa.
Seconda fase: L'esplosione della violenza
Il partner abusante perde il controllo e mette in atto il comportamento violento. Si scatena la violenza fisica che destabilizza e terrorizza la donna che non reagisce per paura o perchè pensa di essere responsabile della situazione. Ai sensi di colpa si aggiunge anche un grande senso di impotenza e il terrore per la propria sopravvivenza e per quella dei figli/e che non riesce a proteggere e che il più delle volte sono dei testimoni silenziosi.
Terza fase: La falsa riappacificazione ("Luna di miele")
È caratterizzata da pentimenti richieste di perdono con promesse di cambiamento e rinnovate dichiarazioni d'amore, è sempre l'uomo che decide quando inizia e quando finisce questa fase. Man mano che passa il tempo questa fase è sempre più breve, la donna diventa sempre più dipendente e l'uomo ha sempre più potere. Questa fase costituisce il rinforzo positivo che spinge la donna a restare all'interno della relazione violenta e in qualche modo soddisfa soprattutto all'inizio il suo bisogno di riabilitazione. Passata l'esplosione della violenza il momento della riconciliazione lenisce un po' le ferite ma una volta instaurato il ciclo i periodi di calma si trasformano in un'attesa silenziosa caratterizzata da uno stato di continua allerta. L'apparente calma e il comportamento affettuoso dell'aggressore fa credere alla vittima che sia cambiato davvero fino ad una fase successiva in cui ricominciano nuovamente le discussioni e le aggressioni.L'uomo maltrattante giustifica il suo comportamento attribuendo la responsabilità del proprio gesto violento alla donna. In questa fase non è raro che molte donne difendano l'autore della violenza o cerchino delle giustificazioni a suo carico. Inoltre nella speranza costante che il partner cambi davvero, possono giungere anche a ritirare una denuncia o a far finta che nulla sia realmente accaduto.
ANTIVIOLENZA
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Realizzato nell'ambito del progetto dell’Istituto Superiore di Sanità IPAZIA CCM 2021 “Strategie di prevenzione della violenza contro le donne e i minori nei contesti territoriali”
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