«L’Amore criminale…», la “rete” dell'Asl Lecce per fermare violenza e maltrattamenti contro donne e minori

Convegno “L’amore criminale… Prevenire insieme”

Poggiardo - Teatro Illiria

Asl Lecce impegnata contro

la violenza su donne e minori

«La violenza contro le donne è una delle più vergognose violazioni dei diritti umani». Il direttore generale di ASL Lecce, Silvana Melli, ha concluso così, citando l’ex segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan, il suo intervento al convegno organizzato ieri 3 novembre a Poggiardo e intitolato “L’amore criminale… Prevenire insieme”.

Una giornata intensa, arricchita dagli interventi qualificati di esperti, operatori, magistrati, forze dell’ordine, tutti impegnati ad analizzare un fenomeno divenuto intollerabile ma anche a offrire spunti, proposte e azioni concrete per circoscriverlo e fermarlo. «E’ necessaria una “rete” operativa – ha detto Silvana Melli – che va costruita insieme: istituzioni e agenzie educative». A partire dalla scuola e, soprattutto, dalla famiglia in cui sempre più spesso violenza e maltrattamenti su donne e minori si verificano, eppure restano nell’ombra. Un malessere “sommerso” che stenta a venire alla luce sia per un malinteso retaggio culturale sia per condizioni socio-economiche che contribuiscono a infittire il groviglio di relazioni distorte. «E’ uno scenario complesso – ha puntualizzato il direttore generale - che va affrontato in modo concreto, analizzandone i nodi e sciogliendoli. Esistono anche belle leggi per poterlo fare, ma c’è bisogno di mettere gambe al sistema, facendo informazione, sensibilizzazione e quindi prevenzione già a scuola, tra dirigenti e docenti».

Un lavoro profondo e a tutto campo, che deve incidere sulla genitorialità, i modelli educativi, relazionali e di genere e che, soprattutto, deve far leva sul massimo coinvolgimento di tutti i protagonisti istituzionali. «L’obiettivo della direzione strategica di ASL Lecce – ha rimarcato Melli – è la presa in carico globale di questi casi in una logica di rete territoriale. Per riuscirci, naturalmente, serve una forte alleanza tra istituzioni e attori sociali. Come ASL diamo la nostra piena disponibilità e mettiamo a disposizione le esperienze positive già realizzate in passato».  Come il Consultorio degli adolescenti, sperimentato con successo a Taranto, o le 10 équipe integrate degli ambiti socio-sanitari, dotate di personale ASL Lecce e di operatori dei servizi sociali di ambito, d’intesa con i Centri Antiviolenza.

Primi passi decisi verso una fase nuova di approccio e soluzione del problema: «La violenza di genere – ha sottolineato ancora il direttore generale Melli - è divenuto un problema di salute di enormi proporzioni e l’OMS raccomanda di avere verso i casi di violenza un approccio più globale, coinvolgendo vari settori della società: Servizi sanitari, socio-sanitari, sociali, Scuola, Forze dell’Ordine e Magistratura. La ASL Lecce, attraverso l’Area Socio Sanitaria, si è già fatta promotrice dell’insediamento di un tavolo tecnico interistituzionale provinciale che coinvolge Procura, Forze dell’Ordine, Ufficio Scolastico Provinciale, Case rifugio, Centri Antiviolenza, Ambiti Sociali territoriali, consigliera di Parità, Associazioni di donne e Università del Salento». Una vera e propria “griglia” di sicurezza sociale in cui Melli ha ritenuto di coinvolgere anche «la componente della medicina generale e dei pediatri di famiglia».

In concreto, quindi, ASL Lecce farà da supporto, punto di raccolta e connessione di tutte queste iniziative, tra cui momenti informativi e percorsi dedicati per donne e minori. A breve, poi, verrà siglato un protocollo d’intesa frutto del lavoro tra Procura della Repubblica di Lecce (guidata dal procuratore capo Cataldo Motta) e ASL. «Abbiamo tre priorità da realizzare – ha concluso Melli -: costituire una rete antiviolenza integrata tra servizi, istituzioni e soggetti del privato sociale; stabilire il ruolo di ciascuno a seconda delle specifiche competenze; codificare un percorso condiviso di presa in carico delle vittime di violenza e maltrattamento con procedure chiare e formalizzate». Il primo segnale operativo si chiama “codice rosa”: una stanza dedicata nell’Ospedale di Gallipoli per gestire i casi di violenza su tutte le fasce deboli, dall’ingresso in Pronto Soccorso in poi a seconda del percorso individualizzato da intraprendere.

L’iniziativa di Poggiardo è stata realizzata dal Consorzio per i Servizi sociali dell’Ambito di Poggiardo e dai Comuni di Poggiardo e Santa Cesarea Terme in collaborazione con il Centro Anti Violenza Malala dell’Ats Galatina, l’ASL Lecce, la Regione Puglia, Miur Lecce, Università del Salento e Associazione “Progetto Genitori”.

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Ufficio Stampa

Data di pubblicazione:

04/11/2016

Ultimo aggiornamento:

04/11/2016