LA QUALITÀ DELLA COMUNICAZIONE NELLE PRATICHE DI CURA
ABSTRACT
In tutti i percorsi assistenziali, la comunicazione tra l’equipe dei curanti, il destinatario delle cure e i familiari è uno spazio fondamentale. ciò, se possibile, assume un rilievo ancora maggiore negli ambiti che si occupano di cronicità o di patologie a possibile esito infausto. Possibili incomprensioni, oltre che sulla relazione, possono determinare effetti negativi sulle stesse cure.
Non sempre, infatti, le esigenze dettate dalla necessità dell’uso di un linguaggio tecnico, da parte del curante, che deve illustrare protocolli e metodologie “evidence-based”, incontrano il mondo emotivo dei destinatari delle cure, ove ogni parola può avere una risonanza tale da minacciare l’equilibrio della persona e da inficiare le usuali capacità di comprensione e contenimento, del singolo o del gruppo familiare. si pensi, a mo’ di esempio, al momento della comunicazione della diagnosi in oncologia o in ematooncologia: da quel momento la persona si trova nello stato di dover fronteggiare il fantasma della morte, nella condizione che è stata definita “la sfida di atlante”, in cui cambia ex abrupto la prospettiva esistenziale, per la persona e per la cerchia degli affetti più cari.
La successiva fase della “contrattazione” con il medico (cosa accadrà? quanto tempo mi rimane?) necessita di risorse comunicative all’altezza del compito.
Questa iniziativa formativa si pone l’obiettivo di individuare un possibile linguaggio comune che consenta a tutta la “famiglia dei curanti” (sanitari, paziente, familiare, operatori volontari o del privato sociale) di condividere i passaggi obbligati del percorso di cura valorizzando ogni possibile riscrittura di nuove rappresentazioni o desideri, attuali e, per quanto possibile, progettuali, in maniera autentica ed in linea con le credenze e i valori di ogni singola persona.
Inserito da :
S.S. FORMAZIONE
Data di pubblicazione:
19/05/2023
Ultimo aggiornamento:
06/06/2023
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